Stop body shaming non se ne può più
Ancora una volta ci troviamo costretti a parlare di un fenomeno orribile quello del Body Shaming fenomeno al quale senza dubbio i social network hanno dato gran voce. Un fenomeno che rifiutiamo che non ci appartiene neanche quando scriviamo di cose più leggere come il gossip e cerchiamo di combattere con i nostri mezzi
Stop body shaming prima contro Emma Marrone
Tutto inizia con il commento di un giornalista, Davide Maggio, sempre sui social. «Se hai una gamba importante eviti di mettere la calza a rete», dice con riferimento al look sfoggiato dalla cantante a Sanremo.
Ma stiamo scherzando? Ma davvero una persona, indipendentemente dal sesso si può permettere di dire ad un’altra persona cosa può e cosa non può indossare? E oltretutto, come se non bastasse si permette di farlo sui social network dove l’odio e la divisione sociale già sono all’ordine del giorno senza bisogno che nessuno li alimenti?
La cantante mostra ancora una volta il suo carattere rispondendo a tono:
«Buongiorno a tutti dal Medio Evo», commenta in una storia su Instagram. «Il body shaming con il linguaggio politically correct non so se è più imbarazzante o noioso. Ma non commentiamo questo. Mi rivolgo soprattutto alle ragazze, alle giovanissime. Evitate di ascoltare, di leggere commenti del genere, il vostro corpo è perfetto così com’è, dovete amarlo e rispettarlo e soprattutto vi dovete vestire come vi pare, sia che abbiate le gambe importanti o meno. Anche con le calze a rete abbinate a una bella minigonna, mostratele queste gambe importanti».
Stop body shaming in tanti a difendere Emma
- «Brava Emma Marrone, non sono gli uomini a decidere come possono vestirsi le donne! – scrive sui social Laura Boldrini
- “Ognuna deve sentirsi libera di indossare ciò che vuole, senza rischiare di subire body shaming. Giudicare il corpo femminile è tra le forme più odiose di maschilismo». Un altro attestato di solidarietà arriva dallo stesso partito, ma stavolta da un uomo, il deputato Filippo Sensi
- Ovviamente e per fortuna tantissima solidarietà alla cantante è arrivata anche dai social, da persone non in vista ma che conoscono il fenomeno molto bene perché lo vedono ogni giorno nella vita reale.
Stop body shaming Davide Maggio non si ferma
Niente da fare Davide Maggio si dimostra ancora sordo, ignaro o peggio ancora consapevole del pessimo messaggio che ha lanciato e continua: “Mi fa tanta tenerezza – scrive Davide Maggio -, punta sul body shaming per giustificare semplicemente una scelta di stile. Vergognati“ riferito sempre ad Emma.
Stop body shaming
Questo è il nostro grido oggi e non solo per quanto accaduto ad Emma Marrone ma soprattutto perché nella realtà, a prescindere che certi commenti non sono gradevoli per nessuno, ci sono donne che non hanno il trascorso, la forza e la personalità di Emma ma ci sono ragazze, giovani donne e anche donne mature che di questo fenomeno non solo sono vittime ma lo soffrono fino a riportare importanti conseguenze.
Inoltre e non da me questo fenomeno è il peggior esempio che si possa dare agli uomini di domani e bisogna sempre ricordarsi che le parole hanno un peso, sempre.
Stop body shaming Belen Rodriguez
Un altro episodio pessimo che purtroppo ha trovato meno solidarietà è quello accaduto alla showgirl argentina Belen Rodriguez.
Dopo il suo esordio alla conduzione delle Iene ecco un’assaggio di ciò che è accaduto sui social verso la bellissima Belen:
- «Arrestate il parrucchiere e il truccatore, oltre che il chirurgo»,
- «Ma perché una strafiga deve rovinarsi col silicone?»,
- «Il body shaming Belén lo ha fatto su stessa»,
- «In tre mesi è riuscita a farsi gonfiare ancora di più le labbra»,
- «Si è rovinata con il botulino, non l’avevo nemmeno riconosciuta»,
- e così via.
Una sola parola: INACCETABILE!
Deve essere chiaro che le scelte che una donna fa, ha fatto o farà sul proprio corpo sono sue e solamente sue.
Stop body shaming un’ultima riflessione
Il fatto che dopo l’episodio di Emma e la sua pronta risposta un altro episodio di body shaming si sia palesato così facilmente deve farci riflettere su come gli utenti non imparino dalle lezioni e su quanta strada abbiamo ancora da fare contro questo fenomeno.
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